Crespi: ” Soddisfatto per vittoria e gioco”
12 novembre 2013 Rassegna Stampa
Corriere di Siena
Con la vittoria di ieri sera, la Mens Sana ha agganciato nuovamente il gruppo di testa a quota 8 punti che, oltre ai campioni d’Italia, comprende Bologna, Brindisi e Cantù. Dietro inseguono Sassari, Milano, Roma, Varese a 6, poi Montegranaro (prossima avversaria dei biancoverdi), Reggio Emilia, Avellino e Caserta a 4, Venezia, Pistoia, Cremona e Pesaro a 2. Anche questo è motivo di soddisfazione per coach Marco Crespi, che al termine della sfida spiega: “E’ stata una partita controllata partendo dalla nostra difesa. Soprattutto nel primo quarto, abbiamo chiuso gli spazi tutti insieme e vicini, con la giusta collaborazione. Battere di autorità la Reyer è positivo, rimane il fatto che gli ultimi 13 minuti non sono stati un’occasione per accelerare, ma ci siamo limitati a gestire il vantaggio. Questo è un errore comprensibile, ma i giocatori, sotto la mia guida, devono capire che ogni istante è utile per crescere in sicurezza e a livello di squadra. Le nostre 4 vittorie in campionato sono state all’insegna dell’autorità, è un dato di fatto che ci siamo costruiti con il lavoro. Queste sensazioni positive ci devono dare contentezza e ambizione: a volte vedo un po’ troppa sicurezza nell’impostare un’ azione, ma questo non va bene, dobbiamo impegnarci sempre con umiltà”. I risultati convincenti in Italia possono essere un trampolino per trovare convinzione anche in Europa? “Parlando con un mio amico di nome Gianluca Petronio, uno che conosco da quando allenavamo a livello di settore giovanile, mi ha detto una cosa simpatica, ovvero che in Euroleague sembriamo una squadra Cadetti che fa esperienza nei campionati Juniores. E’ un’immagine che rende idea, ma questo non significa che andiamo in campo senza voglia di vincere. Tutt’altro, vogliamo cominciare a farlo il prima possibile”. Un’ultima nota il coach la dedica all’incontro tra Petrucci e Hackett: “Quello è un caso estivo che ha avuto spazio sui giornali, ma credetemi, Daniel non lo ha mai vissuto come una cosa così grave come sembrava all’esterno”.