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Biancoverde News: David Andersen

22/11/2011

David Andersen è uno dei “nuovi” acquisti della Montepaschi per la stagione 2011/12, anche se non si tratta di un vero “nuovo” visto e considerato che il buon David a Siena c’era già stato, e per giunta, aveva anche già vinto. Era accaduto nella stagione 2003/04, quella del primo scudetto della storia menssanina e dunque quello che, al pari del primo amore, non si scorda mai. E per la serie “a volte ritornano”, ecco che il canguro di Melbourne, sette anni dopo è tornato a Siena, in una città ed una società che gli erano rimasti nel cuore. Per le vittorie, ma anche perché grazie alla Montepaschi si era fatto notare in giro per il Mondo, spiccando al termine di quella stagione il volo verso altri e più prosperosi lidi. Almeno da un punto di vista economico. Mosca è stata la sua prima tappa del post Siena e probabilmente anche quella che, parlando prettamente di argomenti sportivi, ha inciso di più nella sua carriera. Poi il Barcellona, una parentesi breve ma intensa, prima di tentare l’avventura oltre-oceano, dove lo spazio in campo è un po’ diminuito, anche se nella stagione a Huston qualche soddisfazione a livello personale è pure arrivata, prima che un infortunio rovinasse quasi tutto. Ciò premesso la prima cosa che ci viene in mente di chiedere al buon David è in cosa è diverso l’Andersen attuale da quello che invece abbiamo conosciuto ancora “in erba”.

“Non sono cambiato tanto, in fondo sono sempre David, sempre io, che adoro giocare a basket e che sogno di vincere. Certo, è passato un po’ di tempo ed ho maturato diverse esperienze. Adesso ho una famiglia, una moglie (Nerida) ed un figlio di 16 mesi (Arlo). E poi ho anche un cane, che ho portato a Siena dagli Stati Uniti. Si chiama Tibone, è un incrocio tra pug e king charles cavalier.”

Dice di non essere cambiato tanto, anche se ovviamente di acqua sotto i ponti da quella stagione 2003/04 ne è passata e come. Per lui e per la Montepaschi.

“Ho grandi ricordi di quella stagione – prosegue David – abbiamo vinto il primo scudetto della storia della Mens Sana ed è stato bellissimo. Negli ultimi anni poi questa società è cresciuta tanto, ha vinto molti titoli e per questo si percepisce un po’ più di pressione rispetto ad allora. Anche perché adesso l’obiettivo è provare a vincere anche in Europa, dopo aver vinto per tanti anni di fila lo scudetto. La squadra è molto forte, con tanti giocatori bravi. Speriamo di riuscire a fare bene.”

Ed in fondo David sa come si fa a vincere l’Eurolega, visto che lo ha già fatto per ben tre volte in carriera. La prima volta è stata quando ancora era poco più che un ragazzino, con la Virtus Bologna nel 2001. Le altre due invece da grande protagonista con la maglia del CSKA Mosca nel 2006 e nel 2008. Una competizione che lui conosce bene, e si sa quanto l’esperienza sia importante a livello continentale. Rispetto al suo primo anno, c’è un punto di contatto tra presente e passato. Ed ha un nome ed un cognome: Simone Pianigiani.

“La prima volta che ci siamo incontrati lui era ancora assistente, ma si intuivano le sue grandi qualità Adesso invece è il capo e sta facendo molto bene. Simone è una gran persona.”

Ha avuto occasione di girare il Mondo il canguro dagli occhi azzurri, e di vivere in città profondamente diverse l’una dall’altra. L’Italia però è sempre rimasta nel suo cuore, ed in particolare Siena. Una città speciale, sotto tanti punti di vista.

“E’ una città piccola, piccolissima, dove si respira un’atmosfera molto bella. E poi si mangia benissimo, e per me questo è importante, perché mangio tanto e molto spesso. Per questo ho bisogno di mangiare roba buona…”

E Siena da questo punto di vista offre diverse garanzie. Così come le offre eccome da un punto di vista sportivo, visto che da 5 stagioni a questa parte sta facendo incetta di successi importanti. E questo è forse il motivo principale che ha spinto Andersen a tornare, per provare magari a mettere le mani ancora su quel trofeo, che lui conosce così bene.

“Quest’anno, senza la Nba, l’Eurolega è la miglior lega del Mondo. Il livello è altissimo, con tanti giocatori che sono colonne portanti delle rispettive nazionali. E’ un basket molto tattico, dove è richiesto di pensare molto quando si è in campo. Cosa potrebbe cambiare se dovessero arrivare altre stelle dalla Nba? Beh sicuramente qualcosa cambierebbe. Ma il basket è un gioco di squadra e la differenza la fanno le squadre. Poi è ovvio che avere giocatori di quel livello può aiutare senz’altro.”

Insomma David Andersen sembra avere le idee più che chiare, sia sul motivo della sua scelta di tornare a Siena, sia su cosa serve per continuare a vincere. La ricetta è una ed una sola: lavoro, lavoro, ed ancora lavoro. Ed in viale Sclavo questa ricetta è già molto in voga già da diversi anni. 






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