Corriere di Siena

BOLOGNA - Simone Pianigiani ha un solo rimpianto: la terza frazione. Per il resto, non ha difficoltà ad accettare una sconfitta che il campo ha legittimato. "Complimenti a Bologna - spiega il tecnico - per una vittoria meritata. Noi al momento siamo questi e sapevamo che sarebbe stata una partita complessa per le caratteristiche di chi avevamo davanti. Come salute non siamo al livello della Virtus, abbiamo retto bene nel primo tempo pur sbagliando troppo. Malgrado questo e le molte distrazioni, la sfida era ancora in equilibrio, ma ci siamo complicati ancora di più la vita con un terzo quarto scellerato dal punto di vista difensivo, così tutto è diventato complesso. Abbiamo giocatori orgogliosi che hanno provato a recuperare facendo anche cose che non sono nel nostro dna, siamo arrivati a contatto ma abbiamo pagato il conto ai liberi, che sono un altro degli specchi del nostro stato di salute. Il 43% dalla lunetta pesa in una sfida persa di 4, così come diventano decisivi i canestri sbagliati da sotto e altre situazioni. Ma l'inerzia, inutile nascondersi, è sempre stata nelle mani dei padroni di casa. Da allenatore devo riconoscere queste situazioni, visto che Rakocevic aveva la febbre fino a martedì, Aradori ha una caviglia in disoirdine, Andersen sta giocando un numero di minuti oltre il consentito per l'assenza di Lavrinovic, ma ci servono i suoi punti. In più non possiamo inserire a dovere Thornton perché non c'è tempo per allenarsi tra una partita e l'altra. Comunque una squadra co- me la nostra non può produrre così poco in attacco, per pensare di vincere su questo campo occorre di più, anche la capacità, per esempio, di far spendere qualche fallo in più agli avversari, primo tra tutti Poeta. Non abbiamo le energie mentali e la salute fisica per avere continuità ad alto livello ogni 2 o 3 giorni, ma dobbiamo imparare a usare meglio le poche forze di cui disponiamo. Certo la compressione di partite non aiuta e non mi piace, ma non la approvavo neanche in passato, quando magari in questo periodo allungavamo e davamo lo strappo. Credo che una cosa simile non sia rispettosa nei confronti di chi fa le Coppe, ma anche per chi non partecipa alla seconda competizione c'è un cambio di impegni e di frequenza che arriva all'improvviso e magari non sempre viene assorbito bene".