La Nazione
Siena - KSISTOF Lavrinovic è stato tenuto a riposo nella trasferta di domenica a Treviso contro Venezia. Non è stata solo una questione di precauzione. Pianigiani lo ha spiegato bene: «Il viaggio in pulman gli avrebbe fatto malissimo». Il punto è che la Montepaschi è costretta a viaggiare sempre, soprattutto nelle trasferte europee dove, a differenza di Milano e Cantù, impiega spesso più tempo in bus per raggiungere l'aeroporto che in aereo per arrivare a destinazione. Di necessità virtù, quindi. E' la virtù di Lavrinovic: stringere i denti a fronte di infortuni, spostando avanti la propria soglia del dolore verso confini che non avrebbero mai pensato di poter esplorare. A Venezia Pianigiani ha sorriso quando gli è stato chiesto nel post partita se gli fosse mancato Lavrinovic. Perché uno come lui mancherebbe a tutti. In Italia e in Europa. Ciononostante la Montepaschi ha retto, alla grande, in un periodo che avrebbe ammazzato chiunque, senza Lavrinovic e Kaukenas in un colpo solo dopo la maledetta trasferta di Cremona, senza Mc Calebb in tutto il mese di dicembre. La Mens Sana ha retto e questa esperienza l'ha fortificata. I risultati si vedono, in tutte le competizioni, ed il fatto che qualche passo falso non sia riuscito ancora a scalfire la leadership di campionato dimostra come, in fin dei conti, la concentrazione sul risultato finale non viene mai messa in discussione dai singoli episodi. Poi c'è l'Euroleague, con una regular sea-son giocata alla grande, con la vittoria sul Barcellona ed un sorprendente inizio di Top 16. La vittoria con il Real Madrid sembra essere passata in secondo piano. Forse perché è la solita Siena. E allora verrebbe da chiedersi come mai non viene considerata la solita Siena anche in Italia. Perché prima non perdeva mai? Beh, quello non potrà più succedere. Intanto tra la solita Siena di Madrid e quella non solita di Venezia c'è di mezzo un Lavrinovic. Che ieri si è allenato, che è partito per Malaga, che sarà in campo per la sua seconda partita di Top 16. Giocherà come contro il Real? Forse no. Ma intanto la sua presenza sul parquet non passerà inosservata.
Federico Cappelli