La Nazione
SAREBBE un errore farsi travolgere dalla delusione per un trofeo sfuggito dopo quattro slam italiani consecutivi. E Luca Banchi non cade nei tranello ma preferisce analizzare ciò che ha visto in campo: «Questo appuntamento era un primo passo per un gruppo profondamente rinnovato. L'avvio è stato promettente con un ottimo primo periodo. Poi abbiamo avuto i primi campanelli di allarme, come la percentuale dalia lunetta che ci ha tolto la supremazia che avevamo costruito sui campo. Le avvisaglie si erano riconosciute anche in avvio del terzo periodo. Saremmo dovuti rimanere attaccati con un po' più di cinismo nelle giocate chiave. Poi nei quarto periodo è venuta fuori la grande capacità di Cantù di prendersi rimbalzi offensivi con Brooks». Nei finale rotazioni strettissime. «Si, era nei piano partita. Nel secondo tempo ho cercato di ridurre al minimo le rotazioni visto che il vissuto delia squadra non consentiva di distribuire tanti minuti. Vole-vo cercare di dare più certezze possibili alia squadra. Ma non siamo sempre stati lucidi. Ci siamo stati, però, sotto il profilo delia volontà, delia generosità. Essere stati qui è importante, è un capitolo della nostra storia. Ma sarà più importante essere qui tra un anno». Banchi torna a casa con indicazioni positive: Sanikidze e Eze su tutti. «Ma anche Hackett - puntualizza - che ha già giocato una partita molto attenta sui due lati del campo. Peccato per la percentuale dalia lunetta. Per quanto riguarda Eze, il suo secondo fallo mi ha costretto a toglierlo e nel terzo periodo, quando l'ho rimesso in campo, non è stato semplice per lui. Si paria di un giocatore che è inattivo da 14 mesi. Quei minuti iniziali, però, sono stati molto promettenti. Victor ha brillato per energia e mobilità. Abbiamo cercato di imporre il suo dinamismo ma è certo che nell'arco delia partita dobbiamo distribuire molto di più». A partire da mercoledì. Inizia il campionato e c'è voglia di vincere.
F.C.