Corriere di Siena
BELGRADO - Simone Pianigiani, dopo la sconfitta interna con il Real Madrid, aveva preferito volare basso e spiegare che il cammino europeo della Mens Sana era quasi compromesso. La vittoria di ieri a Belgrado e la sconfitta dell'Efes in Spagna, invece, tengono accese le speranze, anche se farela corsa sui turchi per il secondo posto non sarà compito agevole. "Per vincere qui - spiega nel dopo partita il coach - serviva giocare ogni pallone senza pensare se eravamo davanti o dietro nel punteggio. Ci voleva forza mentale e spirito di sacrificio, i ragazzi sono stati ancora una volta straordinari, siamo venuti qui a pressare mentre il Partizan pensava di poterci aggredire in base alle nostre situazioni in regia. Invece abbiamo costretto gli avversari a perdere molti palloni e li abbiamo fatti soffrire al rimbalzo. I ragazzi sono tutti da elogiare, soprattutto per l'idea di non voler accettare di essere già fuori. Non ce lo meritavamo, per mesi abbiamo costruito una cosa importante, ora possiamo andare avanti partita per partita, ma in queste 3 sfide di Top 16 la squadra è andata oltre tutto e ha sempre mostrato la faccia migliore. Se riusciremo a farlo anche nei prossimi mesi, a prescindere da fortuna o sfortuna, qualcosa di prezioso ci rimarrà in mano. Il gruppo ha convinzione, si è visto anche a Istanbul e con Madrid. Anche qui abbiamo sbagliato alcuni tiri nel primo tempo che potevano darci più vantaggio all'intervallo, ma certi errori sono all'ordine del giorno e non ci si può fare niente. Tutti sanno cosa fanno, però il sapore della vittoria è fondamentale per continuare ad andare a testa alta e magari grattare energie dove non ci sono. E' questala strada per andare avanti, che si tratti delle Final 8 o delle prossime partite di Top 16". Un nome svetta su tutti, quello di Michelori: "Tutti hanno consapevolezza del proprio ruolo, a seconda del piano partita e delle caratteristiche degli avversari. Questa è quanto mai una vittoria di squadra, anche se Belgrado forse non si aspettava una fisicità come quella di Andrea ed era più pronto a fronteggiare Lavrinovic".