Crespi: «Decisiva la nostra solidità»


27 gennaio  Rassegna Stampa

La Nazione

NON SI ESALTA Marco  Crespi. Non si esalta come non si è depresso nelle ultime settimane. Perchè comunque è solo una partita a fronte di un momento difficile. E’ un secondo tempo (forse qualche minuto in più) a fronte di un trend negativo. Ma è una reazione forte. Che tutti hanno percepito. «Sapevamo che sarebbe stata una partita in cui avremmo potuto vincere solo giocando duramente. Abbiamo giocato un terzo quarto solido dopo un inizio fragile. Un quarto che ha dimostrato a noi stessi, ad ogni singolo elemento dello staff e del roster, che possiamo stare a questi livelli. Penso che altre volte siamo usciti
male dall’intervallo. Questa non è una magia e non ci sono alchimie. Ho detto alla squadra di aver fiducia per come stavamo attaccando perchè i tiri sarebbero entrati. E’ entrato un parziale che ha dimostrato che eravamo duri, pronti, determinati
». Determinazione, prontezza, forza. Ingredienti che possono essere sintetizzati nel concetto di leadership. Quella che è venuta a mancare dopo la partenza di Daniel Hackett. «Il leader? Dico quello che ho detto ai giocatori — spiega Marco Crespi —. Per  prima cosa non siamo una squadra con più talento rispetto a quanto ne avevamo prima. Non abbiamo un go to guy. Ma abbiamo dieci giocatori che possono andare in doppia cifra. Sì, belle parole, è vero. Ma poi c’è da andare sul campo e lavorare.
Ed è quello che stiamo facendo ». A proposito di leader. David Cournooh non potrà esserlo in tempi brevi. Ma si sta candidando alla grande… Potenzialità «Dieci giocatori possono andare in doppia cifra ma c’è da lavorare» «Credo che sia importante
sapere da dove partiamo. Partiamo da David che è nato nel 1990. Partiamo da Green che è del 1992. Haynes è alla prima occasione in cui gli viene chiesto di guidare una squadra. Un allenatore deve essere paziente, deva sapere da dove si
parte, deve comprendere il fatto che ci possano essere dei passi falsi. Se chiediamo a Marquez Haynes, per fare un esempio, di dover giocare come Bobby Brown o Daniel Hackett, allora siamo fuori strada. Cournooh? Penso che abbia fatto una
partita più importante. Ancor più di quella strepitosa disputata con Roma. Credo  che oggi, in un momento non facile, abbia fatto una partita solida. E questo deve rimanere nella sua testa come un patrimonio concreto ». La Mens Sana esce da un periodo difficile. Si gode un sorriso che durerà qualche ora. Ma la strada è ancora lunga. Per tutti. f.c.
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