La squadra volta pagina Adesso serve continuità
31 gennaio Rassegna Stampa
La Nazione
MATT Janning torna in squadra e ne mette 34. Sul canale Instagram della Mens Sana viene proposto un breve video con una delle sette triple messe a segno dall’americano. Quella selezionata è particolare: Haynes supera la metà campo, la passa a Janning che senza pensarci due volte la spara da 8 metri. Il suo difensore non fa in tempo ad alzare la mano per provare ad imbastire una difesa degna di tale nome. Il commento all’azione è : «Non può essere così facile…». Matt Janning risponde: «Non dovrebbe esserlo». E infatti non lo è perché prestazioni balistiche di questa qualità non succedono spesso. La Mens Sana ha chiuso la sfida con il Maccabi Haifa al 41,2% dall’arco e deve ringraziare Matt oltre a Josh Carter (5/8) e Marquez Haynes
(2/5). Perché nessun altro l’ha messa dentro da 3. Ma questo sta nel piano partita. E può succedere che a fare 4/7 sia David Cournooh, oppure Jeff Viggiano che ha chiuso con gli israeliani a 0/4. Lui l’ha già vinta con lo Zielona Gora, anche con Malaga seppur con un tiro da 2. Certo non si preoccupa se una sera spara a salve. E non si preoccupa soprattutto Marco Crespi. Che ha
continuato a testa bassa, senza alzare lo sguardo, senza ascoltare – o leggere – le voci. La Gazzetta dello Sport lo ha indicato come «coach of the year» prima del periodacelo di inizio 2014. Nomination che regge ancora. Anzi: è diventata ancora più solida perché tra avere Hackett e vederlo giocare da un’altra parte c’è una bella differenza. Sono, però, soltanto due partite.
Più precisamente una e mezzo: il secondo tempo con Reggio Emilia e i 40 minuti contro il Maccabi. Adesso serve continuità,
prima a Bologna poi nella corrida di una Coppa Italia in cui restare un giorno in più fa tutta la differenza del mondo. La squadra ha ritrovato fiducia non solo dal rientro di un Janning capace scrivere 34. La squadra si è battuta e sembra aver
superato un momento che quando ad Haifa è suonata la sirena poteva essere annoverato tranquillamente nella categoria dei «disastri». Sono gli up and down inevitabili a cui un team che ha dovuto cambiare faccia molte volte in pochi mesi è
inevitabilmente esposto. Certo non manca il coraggio e non manca la voglia di andare avanti. Uno spirito che dovrà essere contagioso. Soprattutto a Siena. Dove la Mens Sana costruirà il proprio futuro. Anche grazie al calore dei senesi.Federico Cappelli