Mens Sana, il miracolo del cuore


29 maggio  Rassegna Stampa

La Nazione

TUTTO vero. Eppure qualcuno si dà i pizzicotti, come per svegliarsi da un sogno. «Ci siamo, ci siamo», gridano altri abbracciandosi. E portano in trionfo il capitano con lo spirito del ragazzino, Tomas Ress. La corsa scudetto per la Mens Sana continua grazie alla vittoria in gara-5 contro Reggio Emilia che vale il passaggio in semifinale. «Siamo veramente incredibili », la sentenza di Ress dopo aver pareggiato le sorti lunedì scorso. Parole sacrosante, ancora di più alla luce di una prestazione che dimostra la capacità della squadra di guardare «Oltre la fine », come recitava ieri uno striscione.
«E di scrivere una pagina unica della storia del basket», l’assunto di coach Marco Crespi. Perché se ci fosse da inventare una
bella favola sportiva le attuali gesta biancoverdi sarebbero giusti ingredienti. Fatti di quella ‘rabbia e orgoglio’ che portava Oriana Fallaci a scrivere: «Vi sono dei momenti, nella Vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre». Ebbene, la Mens Sana ha ‘parlato’ con i suoi canestri e con il cuore, raccontando di una mentalità vincente sul parquet, costruita negli anni, che le vicende societarie non possono cancellare. Adesso in semifinale c’è un avversario ostico e caldissimo, quella Acea Roma contro cui la scorsa stagione è stata disputata la finale per lo scudetto, poi conquistato dalla Mens Sana. Gara-1 si gioca
sabato al PalaEstra (ore 20,30) e poi lunedì 2 giugno c’è gara-2, sempre alle 20,30 (biglietti oggi già in vendita).
L’avevano scritto i tifosi: «Oggi non è un bel giorno per morire». E ancora: «Tutti uniti per un sogno che non vuole finire». S’inizia con due liberi di Kaukenas ma quando Green risponde da 3 il palazzetto è una molla. Tutti in piedi. Grande la difesa di Ress che toglie il pallone dal canestro in una gara all’ultimo respiro che lo vede diventare subito ‘bandiera’. L’avvio disegna la partita. Colpo su colpo, ‘bomba’ su ‘bomba’. Reggio Emilia si porta avanti – è un osso duro – chiudendo la prima frazione sul 18-19. Siena, trascinata da Ress che segna da tre punti ed esulta, da Haynes versione gara-4, prende il largo. Il gesto del capitano quando insacca da 3 galvanizza il palazzetto, ormai stracolmo. E poi ancora lui, sempre da tre: un delirio. Trombe, applausi,
incitamenti. La difesa di Siena è implacabile. Reggio sembra disorientata ma non abbattuta. Si segna per forza e per amore
a inizio terzo quarto: Ortner schiaccia, Janning da tre (55-41). La stanchezza però si fa sentire: sbagli (e prodezze) da entrambe le parti. Siena è avanti di 9 quando iniziano gli ultimi 10 minuti. Nelson porta sul+12. Si combatte su
ogni canestro. Reggio è a -8, poi Carter ristabilisce le distanze. Gara bellissima. Nessuno molla: Reggio rosica punti: -4 (73-69). Addirittura a -2.1 tifosi scendono verso il parquet per far sentire che sono ancora più vicini alla squadra. Viggiano li accontenta: 76-71. Reggio a 1 minuto e 29 secondi dalla fine è a -1 ma ci pensa Ress ad andare a schiacciare: 78-75. Cinciarini mette dentro solo un libero. Haynes segna: 81-76. Secondi interminabili. Il palazzetto freme, è una bolgia. Siena dalla
lunetta resta fredda e chiude 84-79.1 tifosi provano ad invadere il campo, trattenuti a stento. Poi portano in trionfo il capitano. Non hanno vinto nessun trofeo, se non quello dell’orgoglio. Ma i giocatori sono «Die Hard-Duri a morire», come Bruce Willis. Bello poi l’applauso fra le due curve, con i supporter di Reggio Emilia che dimostrano vicinanza alla ‘fede’
di Siena.


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