Mens Sana, beffa a fil di sirena


26 giugno  Rassegna Stampa

La Nazione

CE’ MANCATO un soffio. Janning non segna, lo fa Jerrells a fil di sirena. E sancisce il 72-74 che sa di beffa. Lo scudetto si assegna dunque domani (ore 20,30) a Milano. Che ha restituito il ko interno subito lunedì ad opera della Mens Sana, vincendo a Siena. Tre successi a testa. Per la prima volta servono dunque sette gare per incoronare la regina del campionato, anche se a livello umano e motivazionale il titolo spetta già alla Mens Sana. Avrebbe voluto salutare il suo pubblico sul podio, al canto della verbena e con una foto ricordo da accarezzare nei prossimi mesi, colmando il vuoto delle domeniche senza gare e di un palazzetto mai più uguale. Invece continua il braccio di ferro oltremisura emozionante tra la forza del gruppo e dell’orgoglio e quella della qualità e della ‘potenza’. Siena è sempre in tempo a realizzare un’impresa something different. Ricevere proprio a Milano l’ottava corona consecutiva di regina del campionato sarebbe il massimo della beffa per quella corazzata pigliatutto che è l’Armani. Ultima partita della Mens Sana in serie A. Biglietti esauriti in poche ore, un fiume di auto lasciate ovunque intorno al PalaEstra. «Mai vista tanta gente così a Siena», commenta un tifoso biancoverde della prima ora. Il clima è  elettrico ben prima della palla a due. Però non condiziona l’avvio di Milano, aggressiva e tagliente. Vende cara la pelle. Sfodera le armi migliori grazie a Gentile (evanescente negli ultimi incontri) che alla fine segna 23 punti e a Jerrells: 4 soltanto in 29 minuti di gioco ma due valgono la vittoria. Dunque, oro. Chissà quale tumulto di emozioni per coach Crespi in quel palcoscenico (umano e sportivo) così intenso che era ieri il palaEstra. I numeri parlano più di ogni altra cosa: 15-15. Poi 24-24. E ancora: 36-36.70-70. Milano è incollata insomma con l’attack alla Mens Sana che, rispetto a gara-5, è costretta sempre ad inseguire. Non basta quella forza della natura che è Hunter: suo il canestro rompighiaccio e, nel primo quarto, riesce da solo (12 punti) a reggere le sorti di una squadra troppo sterile. Lo aiuta Carter con due triple. Vero che Janning è un mostro di energia quando a terra difende il pallone e rilancia. Ma in 10 minuti non porta acqua al mulino. Che questa è una partita alla morte, una guerra di nervi dove Milano usa contro Siena le armi impiegate dai biancoverdi per tenerli sotto, si vede quando Gentile segna e va poi  in lunetta per I’8-IO. Milano prova ad andarsene ma Viggiano prende la mira e spara da 3: 28-25. L’Armani resta alle costole dei ragazzi di Crespi, Hackett è una mosca tze tze. Il secondo tempo inizia con Milano avanti di 4 punti (36-40). I tifosi mandano un messaggio al presidente della Polisportiva Ricci: «Saremo vigili». Anche i ragazzi di Crespi devono esserlo di più con quei mastini di Langford e Gentile. Hunter ’santo subito’, grida qualcuno, perché  continua a mietere punti. Ress lo aiuta da tre punti e incita il PalaEstra ma Siena è in difficoltà: 41-48. Poi Milano è a +9. Janning segna per forza e per amore il 49-55. La corazzata prende il largo e l’ultimo quarto inizia con l’Armani a + 8. Quando Siena arriva a -5 (60-65) il palazzetto è in piedi. Ora o mai più. Haynes riapre la partita segnando tre liberi e poi da 3 per il sorpasso 66-65. Serve il cuore forte. Carter ce l’ha: porta Siena sul 69-68. Risponde Gentile: 69-70. Haynes subisce fallo: 70-70. Ress sa che deve provare ma sbaglia.  Haynes ancora: 72-72. Fallo su Ress.Poi, in una frazione di secondo, il lampo di Jerrells: 72-74.1 tifosi restano basiti. Non era questo il finale che avevano immaginato. Restano a salutare la squadra rutti insieme, con i tamburi. Cantando. Dura far calare il sipario. Dura la sconfitta da digerire


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