Vai Mens Sana Nuovo assalto alla finalissima


8 giugno  Rassegna Stampa

Corriere di Siena

Far festa in casa ha tutto un altro fascino. Passa da viale Sciavo il treno che può portare la Mens Sana in finale, chiudendo 4-1 la serie con Roma davanti ai seimila del Palaestra in un pomeriggio caldissimo (si gioca alle ore 18.30, folle decisione targata
Lega e Rai) e di grande attesa per l’ambiente biancoverde. A poche ore dal fallimento annunciato del club e con ancora una miriade di nodi da sciogliere per capire se in futuro esisterà una nuova Mens Sana con la quale ripartire (e chissà in
quale campionato), la ribalta è tutta per l’ennesimo capitolo della splendida saga cestistica prodotta da Marco Crespi e dai suoi giocatori: un’annata da incorniciare e da ricordare a lungo, se ci si limita ai fatti sportivi. Qui Montepaschi Il 33% col quale si è tirato dal campo nella ripresa di gara4 è probabilmente l’unico oggetto di riflessione delle 48 ore trascorse fra la palestra e le sale di riunione dal gruppo tricolore. Di correttivi ad un fattore così aleatorio (le scelte offensive erano buone, di forzature nella serata di venerdì se ne sono viste poche) non se ne trovano, si può solo continuare ad avere fiducia nel sistema cestistico costruito in questi mesi e sperare che una partita giocata con addosso trenta gradi di calura e il fiato sul collo di un intero palasport non faccia scivolare troppi palloni di mano. Ma questo è un problema comune anche agli avversari, non solo della Mens Sana. Aggredire la partita, sin dai primi possessi, è fondamentale per prendere le redini di gara5 ed indirizzarla sui binari congeniali. Che sono quelli in grado di riaccendere la prolificità offensiva di Marquez Haynes all’indomani di un paio di uscite per lui non facili, condizionate dalla buona pressione che Roma ha saputo mettere sul portatore di palla statunitense. Certo bisognerà capire quale metro arbitrale abbiano intenzione di adottare oggi i signori Taurino, Sahin e Terreni dopo serate nelle quali si è permesso o di aggrapparsi all’avversario con braccia e gambe, oppure
di non consentire il minimo contatto fra attaccante e difensore, ma in definitiva la sensazione che Siena sia più squadra e più meritevole di passare il turno è parsa evidente. Il lievitare delle cifre di Janning, Hunter, Nelson e Viggiano sta lì a dimostrarlo in maniera inequivocabile. Qui Acea Riflettori puntati sulla caviglia sinistra di Trevor Mbakwe, giocatore troppo importante per essere lasciato fuori in una gara senza appello (che poi Roma abbia vinto l’unica partita nella quale il suo centro è stato ai margini, e non solo per l’infortunio, è davvero un mistero di questa semifinale), ma anche sui malanni
di Goss, che nonostante la grande prestazione di due sere fa rimane alle prese col fastidioso stiramento ai muscoli dell’addome. Sull’autonomia del primo si deciderà solo a ridosso della palla a due, mentre sull’alto minutaggio del playmaker non ci sono grandi dubbi, fermo restando il fatto, positivo, che il rientro nelle rotazioni di D’Ercole rappresenta un grande punto a favore per la difesa con la quale coach Dalmonte proverà a vincere per la prima volta in stagione a Siena e
quindi allungare la vita alla sua Virtus.

Matteo Tasso


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