Niente cose “turche” per Daniel Hackett

La Nazione di Siena
E’ ufficile: Daniel Hackett non andrà al Galatasaray. E non è un’indiscrezione. Piuttosto una certezza che deriva da un regolamento. Quello della pallacanestro turca nella fattispecie. Niente di più automatico, niente di più trasparente. Una cosa sotto gli occhi di tutti. Per farla breve il Galatasaray aveva un altro tesseramento a disposizione. O meglio: un jolly da spendere per escludere uno straniero dalla lista del campionato ed inserire un nuovo giocatore. Jolly che è stato speso due sere fa contro il Fenerbahce quando Malik Hairston ha esordito in Turchia (7 punti con 2/7 al tiro in 32 minuti) di fatto chiudendo le porte, se mai fossero state ancora aperte, al tesseramento di Daniel Hackett. Non per l’Euroleague, ovviamente. Ma quello che ne consegue sarebbe un ragionamento ridicolo, subito escluso anche nelle chiacchiere da bar. Cosa ci facevano Ferdinando Minucci e Jacopo^ Men-ghetti ad Istanbul? È questa, semmai, l’indiscrezione che ha attirato l’attenzione. O forse era semplicemente una foto visto che sono stati immortalati sulle tribune dell’Abdi Ipekci in compagnia di Ataman, non esattamente la location migliore se l’idea è quella di fare un incontro riservato. Ed è curioso, in un certo senso, che abbia suscitato  interesse. Perché questo, dopotutto, è il mestiere di un general manager e di un direttore sportivo. Soprattutto se i due in questione hanno sul proprio curriculum tutto quello che la Mens Sana ha vinto in Italia ed in Europa, dalla Saporta al primo scudetto, dalle Final Four ai record storici. Il rapporto di stima ed amicizia che lega i dirigenti della Mens Sana Basket ad Ergin Ataman, poi, non è oggetto di discussione. CIÒ CHE SI SONO detti rimarrà riservato. Ma il fatto di essere presenti ad una gara così importante come quella tra Galatasaray e Fenerbahce (i due club più ricchi d’Europa?) insieme a tanti colleghi e agenti, per di più con la successiva tappa ad Atene (un’ora e mezzo di volo: da Roma sono 3) è da considerarsi praticamente un viaggio di routine come quelli di Minucci a Barcellona per presenziare al Board di Euroleague. Il miracolo sportivo, l’ennesimo, quello che sta producendo Crespi con il suo staffe sotto gli occhi di tutti. Qualche volta, forse, si corre il rischio di dimenticarsi del miracolo che sta dietro. Lungo almeno 10 anni. Federico Cappelli