Un conto salato per la Montepaschi


4 febbraio  Rassegna Stampa

La Nazione

PERCHÉ quello realizzato ad inizio stagione da Marco Crespi è stato definito più volte un miracolo? Perché lo era. E non ci sono dubbi che lo fosse. Soprattutto alla luce  di ciò che sta succedendo adesso. Era un miracolo anche se tutto ruotava intorno a Daniel Hackett che è andato poi a sistemare le cose a Milano dove adesso non ruota tutto intorno a lui ma quasi. Era un miracolo perché la squadra cucita dal sarto Crespi si è fatta indossare da Daniel senza dover smontare niente. Ma soprattutto era un miracolo perché i miracoli non durano in eterno.  E quando terminano il proprio effetto la realtà presenta il conto. E’ un conto salato che la Mens Sana sta cercando di pagare. Ma non può farlo cash, senza battere ciglio. Deve investire su se stessa per trovare risorse, deve giocare duro e arrabbiarsi. Come ha fatto Tomas Ress dopo la partita con Bologna. Serve tutto.
Che sarebbe stata una stagione difficilissima era chiaro anche quando svolazzava sul parquet del PalaEstra la maglia numero 23. Figuriamoci adesso. Ma gli obiettivi, dopo aver vinto la Supercoppa, restano immutati. E parlare al plurale è già sbagliato. Ce né solo uno: la qualificazione ai play-off del campionato italiano. Qualificazione che significa Euroleague, con tutti i benefici che ne conseguono. Sarà dura, durissima. Perché la classifica tutto sommato è ancora più che buona: 4 punti di vantaggio sul terzetto che copre dalla settima alla nona posizione e situazioni estremamente positive negli scontri diretti con Reggio Emilia (+2), Venezia ( + 14 all’andata a Siena) e Avellino (+10 all’andata in trasferta). E’ vero, due punti sotto ci sono 6 squadre. Ma la Mens Sana deve guardare avanti. Non in termini di classifica ma di calendario. Dodici partite equamente suddivise. Le ultime tre in casa da finale secca con Sassari, Brindisi e Milano in ordine cronologico.
Azzardiamola questa ipotesi: con 6 successi la Mens Sana è ai play -off. E allora “basta” vincere sempre in casa. Per questo serve creare un ambiente caldissimo, che prescindere dalla qualità del gioco, che prescinde dagli errori da tre o dalle palle perse. Per compiere il secondo miracolo della stagione serve anche questo. E sarà bello  vere la sensazione di aver fatto
qualcosa di unico. Di aver partecipato ognuno personalmente ad una piccola grande impresa.

f.c.


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